Come mani mosse dal vento

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(2002) due pezzi brevi per violoncello e pianoforte

Prima esecuzione parziale Firenze, 3 novembre 2002

Giovanna Barbato violoncello
Esther Flueckiger pianoforte

Prima esecuzione integrale Roma, 31 gennaio 2003

Giovanna Barbato violoncello
Esther Flueckiger pianoforte

Durata 5’ ca.

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Descrizione

La composizione Come mani mosse dal vento, due pezzi brevi per violoncello e pianoforte, scritta su richiesta di Esther Flueckiger nel 2002, è stata concepita in modo che potesse essere eseguita sia in sede di concerto , che all’interno del progetto teatrale La donna dalle ali di cera , il cui principale riferimento è l’omonimo libro di Eveline Hasler.

Quattro i frammenti di testo riportati in partitura, non destinati alla lettura in concerto, ma collegati ad alcuni sezioni del lavoro. In particolare il titolo fa riferimento al IV frammento collegato al I brano: «Si ferma sotto un albero. Morbide, argentate, le foglie, dal gambo lungo, sono come mani mosse dal vento».

 

Articolazione dei testi

I brano

A – Nel parco della Friedmatt, camminando avanti e indietro sui viali di ghiaia, la vedo emergere dalla ombra delle foglie: sottile, vestita di cotone chiaro. È il 1899. Emily ha 46 anni.

È stata trasferita dalla clinica Berolinum di Lankwitz, vicino a Berlino, all’ ospedale psichiatrico di Basilea, la Friedmatt. Il suo desiderio di essere ricoverata nell’istituto di Burghölzli, a Zurigo, non è stato esaudito.

B – Sulla ghiaia i suoi passi si sentono appena.

C – È uscita da uno dei padiglioni dalle verande traforate; cammina come se qualcosa le si contraesse nel ventre, qualcosa di pesante…

D – Si ferma sotto un albero. Morbide, argentate, le foglie, dal gambo lungo, sono come mani mosse dal vento.

II brano

E – Si ammalò un giorno all’inizio di settembre. Un’emicrania, la stanza si frantumò in cerchi di fuoco che giravano vorticosamente. I globi oculari sporgevano, le vene del collo pulsavano.

F – I giorni gocciolano dalla tilia tormentosa. Fili, lampeggianti nella luce del mattino. Quando, sempre più raramente, passeggia sul sentiero del parco, il corpo si rifiuta di gettare ombra. Preferisce stare alla finestra aperta, s’incontra sul vetro.

G – È stata trasferita dalla clinica Berolinum di Lankwitz, vicino a Berlino, all’ ospedale psichiatrico di Basilea, la Friedmatt. Il suo desiderio di essere ricoverata nell’istituto di Burghölzli, a Zurigo, non è stato esaudito.

 

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