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(1998) per coro di voci bianche, celesta, arpa e percussione
Commissione Teatro alla Scala
Prima esecuzione Milano, 29 aprile 1999
Strumentisti del Teatro alla Scala Francesco Catena celesta, Margherita arpa, Elio Marchesini percussioni
Coro di voci bianche del Teatro alla Scala
Bruno Casoni direttore
Edizione Ricordi
Durata 10’30’’ ca.
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Isole di luce è una composizione scritta nel 1998 per il coro di voci bianche del Teatro alla Scala di Milano e per alcune prime parti dell’orchestra (arpa, celesta e percussione). Relativamente all’uso delle percussioni, gli strumenti più grandi e di difficile esecuzione sono affidati ad uno strumentista, mentre una serie di percussioni leggere, come maracas e triangoli, sono appannaggio di alcuni bambini del coro.
Il testo è basato su frammenti tratti dai salmi, da S. Agostino e da tre mistici della tradizione occidentale: Synesius (375-414), Angelus Silesius (1624-1677) e Quirinus Kuhlmann (1651-1689).
I versi utilizzati presentano una serie di situazioni diverse, che alternano immagini liete e solari, collegate alla luce e al cielo, a momenti scuri e tormentati, connessi con la ricerca di Dio, il peccato e la morte. Partendo da tali presupposti testuali, la scrittura punta a disegnare “isole di luce” che emergono dal buio e dall’ombra.
La composizione, scritta in una libera forma aperta, mostra chiaramente, oltre ad un grande interesse nel parametro ritmico ed armonico soprattutto, una notevole vivacità dinamica, insieme ad una decisa ricerca timbrico-coloristica. (Sonia BO)
Fermi, soffi
dei venti diversi,
fermi, impeti
dei flutti ricurvi,
sorgenti di fiumi,
fiotti di fonti.
(Synesius)
In che modo, Signore, ti devo cercare?
(S. Agostino)
Porta miele puro in bocca, oro nel cuore,
negli occhi luce chiara…
(Angelus Silesius)
Sitivit in te
anima mea,
come terra deserta,
arsa, senz’acqua
(Salmo 63)
Le onde racchiudono isole di luce fino al palazzo del sole
(Quirinus Kuhlmann)
Sono caduto in acque profonde
e l’onda mi travolge
(Salmo 69)
Fermati, dove corri? Il cielo é dentro di te!
( Angelus Silesius )
I miei giorni sono come ombra che declina,
come erba tagliata inaridisco
( Salmo 102)
Svegliatevi arpa e cetra,
voglio svegliare l’aurora
( Salmo 57 )