Sans Maître

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(2017) per clarinetto basso

Prima esecuzione Milano, Museo del Novecento, 19 marzo 2017, nell’ambito del Festival 5 Giornate

Raffaele Bertolini clarinetto basso

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Descrizione

La composizione Sans Maître per clarinetto basso (2017) è stata scritta su invito del Centro Musica Contemporanea di Milano, nell’ambito del progetto Italian Composers Forum.

Vista la tematica del Festival 5 Giornate del 2017, incentrata sulla figura di Boulez, ai compositori aderenti all’iniziativa è stato espressamente richiesto di comporre un brano dedicato al maestro.

La composizione è stata perciò inizialmente concepita come un trittico comprendente due pezzi brevi in apertura e chiusura e un brano centrale un poco più esteso. Nel primo e nel terzo pezzo l’idea era quella di inserire esplicite citazioni dal Marteau sans maître che sarebbero poi state elaborate per condurre al brano centrale, nel caso del primo pezzo, o sarebbero state poste a conclusione del terzo brano, raggiunte allontanandosi gradualmente dalle situazioni musicali espresse nel secondo. Il pezzo centrale, infatti, è stato ideato come quello nel quale il legame con Boulez può essere sì riconoscibile all’interno di alcuni frammenti, soprattutto tenendo conto di alcune situazioni intervallari, ma in modo molto meno evidente.

La stesura della composizione ha naturalmente preso l’avvio dal pezzo centrale, visto che quello iniziale e quello conclusivo dovevano esserne strettamente collegati. È stato tuttavia impossibile contenere il materiale concepito per il secondo brano in limiti temporali compatibili con la scrittura degli altri due: da solo arrivava già a coprire tutti i minuti riservati al mio lavoro. D’altro canto il secondo pezzo era stato ideato come quello più corposo e perciò tranquillamente vivente anche di vita propria.

Da qui il titolo della composizione: come omaggio a Boulez, alla sua opera e alla sua figura di musicista e di intellettuale che tanta parte ha avuto nella storia della musica occidentale, come memoria della sua scomparsa un anno fa, ma anche come consapevolezza dell’assenza di un’esplicita influenza bouleziana, non tanto su questo lavoro a lui dedicato, mancante di esplicite citazioni, quanto sul mio generale lavoro di compositrice

 

 

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