Blankes Türkenschwert

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(1991) per undici strumenti

Prima esecuzione Lanciano, 14 agosto 1991

I Solisti Dauni

Domenico Losavio direttore

Edizione Ricordi

Partitura (135983)

Organico fl, ob, fg, cor, pf, 2 vl, vla, vc, cb

Durata 10’ ca.

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Descrizione

La composizione, il cui organico prevede un doppio quintetto di fiati e di archi e il pianoforte, è stata scritta nel 1991, su commissione dell’Associazione Musicale Frentana, in occasione delle celebrazioni mozartiane tenute a Lanciano e avvenute in corrispondenza del ventennale di attività dei celebri corsi musicali estivi cittadini.

Il pezzo è stato composto tenendo presente l’esplicita richiesta dell’Ente organizzatore, cioè quella di presentare una composizione ispirata a una delle pagine più famose di Mozart, il terzo tempo della Sonata KV 331 per pianoforte, meglio conosciuto come “alla Turca”. Vista la straordinaria celebrità del brano in questione è stata immediatamente scartata la possibilità di uno sfruttamento del materiale nel senso di un utilizzo, per quanto velato, di fin troppo ovvie citazioni, senza per questo rinunciare a collegamenti più discreti e sotterranei. In particolare sono state estrapolate alcune cellule melodiche presenti nella prima frase di “alla turca”, che, adeguatamente orchestrate, vengono a connotare in senso armonico alcune ben precise sezioni di Blankes Turkenschwert, creando un impianto formale che viene a configurarsi come un trascolorante passaggio da un nucleo mozartiano a un altro.

Il titolo stesso concorre in questo caso a una più intuitiva comprensione dell’atteggiamento compositivo nei confronti di “alla Turca”. Le parole Blankes Turkenschwert fanno infatti riferimento alla tredicesima lirica del Pierrot Lunaire, Enthauptung, nella quale è raffigurato Pierrot che, errabondo nella notte, si immagina, succube di angosciose fantasie, che la luna, quale “Blankes Turkenschwert”, cioè quale scintillante scimitarra, vada a decapitarlo. È questa, in sintesi, una metafora di come sia stata utilizzata la Marcia turca, filtrata alla luce delle più recenti esperienze e fatta passare attraverso una notevole lente deformante. (Sonia BO)

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