Di agata e di zaffiro

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(1997) per orchestra

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Descrizione

 

La composizione sinfonica “Di agata e di zaffiro”, scritta nel 1997, trae il proprio titolo da un verso di Paolo Volponi all’interno del volume “Con testo a fronte”. Il brano si struttura infatti a partire dai frammenti poetici che vengono qui di seguito riportati e che, ulteriormente ripartiti, compaiono  in partitura quasi ad evocare, all’inizio di alcune sezioni, una sorta di sotterranea convergenza “parallela” tra il contenuto musicale e le immagini del testo.

 

Fermo rimane il sole

mentre vespero sorge

e colma la concava piscina

serale di agata e di zaffiro

 

Due frammenti di  due versi ciascuno costituiscono l’intelaiatura del testo di Volponi.  Due i colori predominanti e contrastanti: quello del “sole” del primo verso che si ricollega all'”agata” del quarto e quello evocato dal sorgere di vespero, richiamato dallo “zaffiro” finale. Due anche le immagini differenti all’interno del primo distico: un bagliore statico traspare nello stacco iniziale, che si pone in evidente antinomia, sia con la tonalità di colore più fredda, sia coll’ascesa dinamica evocata dal verso successivo. La dualità evidente nel testo si ripercuote a livello compositivo: due sezioni apparentemente estranee si contrappongono e caratterizzano i due blocchi di due versi ciascuno, per svelare nella parte conclusiva gli stretti legami che viceversa intercorrono tra le sezioni. Già all’interno della prima parte, del resto, si evidenzieranno due atteggiamenti in opposizione: ad una staticità e ad una particolare asprezza nel registro acuto, con l’insistenza su suoni polarizzati, si contrapporrà, con un’azione di graduale sgretolazione, una situazione lirica particolarmente dolce ed espressiva.

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