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(2006) per voce recitante e pianoforte
Testo di Donatella Bisutti
Prima esecuzione Ovada, 25 agosto 2006
Sonia Grandis voce recitante
Andrea Turra pianoforte
Durata 7’ ca.
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Il fruscio delle pagine nascoste (2006) per voce recitante e pianoforte si avvale di alcuni testi di Donatella Bisutti. Al titolo è sotteso un triplice significato. Anzitutto si tratta di uno degli ultimi versi che compaiono nel brano; in secondo luogo si sottolinea come il suono stesso,”il fruscio”, scaturisca direttamente dalla suggestione dell’immagine poetica. Da ultimo viene evidenziata l’interpolazione di altri frammenti poetici “nascosti” e intercalati a “Lezione di poesia”, il testo che funge da struttura portante della composizione.
Alla base dell’inserimento di altri versi della Bisutti sta ovviamente il grande fascino che per me esercita la sua poesia: mi pareva perciò particolarmente stimolante intercalare svariati suoi frammenti poetici alla struttura lineare, anche se dal contenuto profondo, di “Lezione di poesia”. A monte di tale lirica, infatti, si colloca un’esperienza particolare vissuta dalla poetessa stessa mentre leggeva una poesia di Bertolucci in una classe della scuola elementare; la reazione inaspettata di Martina, una bimba down, la sorprese a tal punto da scrivere “Lezione di poesia”. Relativamente all’utilizzo di altri versi, ho lavorato sulla base dei testi che Donatella Bisutti stessa mi ha fornito, predisponendo i frammenti e la loro interpolazione in modo da passare dalla struttura portante ad altro materiale mediante analogie di immagini se non di corrispondenza di veri e propri vocaboli.
Dal punto di vista compositivo sarebbe stato piuttosto semplice predisporre un arco formale per l’intero testo di “Lezione di poesia” e poi andare a “tagliarlo” con materiale ed immagini diverse, innestando altri gesti ed altri colori. Ho scartato questa via, anche se non l’ho esclusa. In un paio di punti, in effetti, si osserva uno scarto netto rispetto alla parte precedente, nonostante che la percezione di questo scarto sia maggiore di quanto non lo sia realmente nella sua essenza armonico-intervallare. A questo proposito si può citare la parte finale, alle parole “L’udito di Martina”. Nella maggior parte delle altre interpolazioni, invece, ho preferito giocare di ambiguità e passare in modo velato tra il mondo di “Lezione di poesia” e la particolare identità degli altri singoli frammenti. Decisamente esplicativa di questo modo di procedere è la parte centrale, a partire da “Si è fatto buio”.
(Sonia BO)
Testo di Donatella Bisutti
Martina ha fatto segno di sì con la testa
ha fatto segno di sì con gravità
perché la sua espressione è grave
e saggia
la testa appena più pesante del dovuto sul collo
come un grosso fiore che appesantisce lo stelo.
Quel fiore bianco sull’acqua
Era già appassito nei sogni
[da ‘Divagazioni sulla luna‘]
…i petali sono braccia
levate a proteggere i volti
paonazzi di polline, teste
che saranno tagliate
[da ‘Su un quadro di Nolde‘]
Terreno aperto da zoccoli
spaccato alla radice
fessura e spaccatura
[da ‘Pan‘]
una radice di fuoco
inabissata
una nera radice
una nera
di fuoco
[da ‘Eolie‘]
Martina ha fatto segno cha aveva capito
e le sue mani amorose e incerte
si sono mosse per afferrare la matita.
Martina ha ascoltato la poesia inclinando il capo
poi ha serrato gli occhi
attraverso i suoi occhi la luce ha smesso di entrare.
Si è fatto buio.
Da un granello di polvere
si è arrotondata la perla della luna
[da ‘Eolie‘]
E attraverso quel buio è entrata la neve
Nuvole di marmo
Al bordo chiaro del cielo
[da ‘Divagazioni sulla luna‘]
Martina si è inoltrata in quel candido paesaggio di neve
e quando è arrivata nel mezzo
fra i tetti colmi e gli alberi colmi
mentre il venditore di scope emetteva il suo grido
scope scope nell’aria attutita e immobile.
Il grido
Che divarica il cielo
[da ‘Cimitero campestre‘]
Martina è stata la sola ad avere paura
è stata la sola fra tutti a capire quel grido
ed è scoppiata in pianto.
Martina con la sua saggezza antica e totale
ha strumenti diversi per afferrare il senso del mondo
Ciò che è
violato
prosciugato
smembrato
gettato.
[da ‘De profundis‘]
Il suono della fiamma
accrescersi e sparire
[da ‘Fuoco‘]
L’udito di Martina è delicato e sottile
è fatto per cogliere rumori impercettibili
e anche i suoni al di là dei suoni.
L’udito di Martina è un orecchio incistato nel cuore
Tu sei il nostro udito Martina
Tu cogli il fruscio delle pagine nascoste.
Martina sei stata la sola a capire
Che quel venditore di scope era la Morte.
[“Lezione di poesia”]