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(2007) per violoncello solo
Progetto Poesia chiama musica – SIMC
Prima esecuzione Fondazione Calderara di Vacciago, 15 settembre 2007
Andrea Favalessa violoncello
Durata 2’ ca.
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Tra lirica contemporanea e didattica del violoncello
L’Intermezzo per violoncello solo di Sonia Bo, scritto nel maggio 2007, si configura, per le sue caratteristiche, come un particolare esempio di composizione a monte della quale si collocano due elementi apparentemente molto distanti: da una parte la suggestione della lirica contemporanea e dall’altra il desiderio di stesura di un brano che potesse contribuire a creare un repertorio per giovani violoncellisti alle prime esperienze con la musica contemporanea. D’altro canto il connubio poesia-didattica non rappresentava una completa novità all’interno della produzione di Sonia Bo, perché, se è vero che la poesia era già stata l’elemento fondante non solo di composizioni con la voce, cantata o recitante, ma anche di brani esclusivamente strumentali (ad esempio Dal libro dei prodigi per sassofono solo), in particolare un simile esperimento era già stato tentato con i Tre canti da Saffo per violino solo.
Da Come un’epidemia di Maria Pia Quintavalla a Intermezzo
La composizione nacque sotto la spinta di una richiesta da parte della SIMC (Società Italiana di Musica Contemporanea), all’interno del progetto denominato Poesia chiama musica. Tale iniziativa prevedeva la creazione di uno spettacolo in cui alla lettura di poesie contemporanee di autori viventi, sarebbe seguita l’esecuzione di brevi brani, la cui durata richiesta era di due minuti, scritti da alcuni compositori sulla base delle poesie messe a disposizione dai poeti.
Il concerto che ne seguì, perciò, si configurò come una suggestiva alternanza di poesia e musica ad essa ispirata. A ciascuno dei compositori chiamati a scrivere fu data possibilità di scegliere all’interno di un organico comprendente un flauto, un clarinetto, un violino e un violoncello. A parte due composizioni per ensemble, che furono collocate all’inizio e alla fine del concerto, affidate l’una a Federico Ermirio e l’altra a Giuseppe Colardo, a tutti gli altri compositori fu chiesto un breve pezzo solistico. Sonia Bo scelse di scrivere per violoncello solo almeno per un paio di ragioni: aveva già al suo attivo composizioni solistiche per tutti gli altri strumenti (flauto, clarinetto e violino) e, oltre a ciò, intendeva scrivere un pezzo che potesse essere utilizzato da giovani violoncellisti, in primo luogo da suo figlio Luca cui il pezzo fu poi dedicato.
Riguardo alla poesia a cui fare riferimento, la compositrice scelse Come un’epidemia di Maria Pia Quintavalla, poetessa interessante, che conosceva personalmente e di cui aveva già musicato altre liriche.
Riguardo al testo, riportato qui di seguito e in partitura, Sonia Bo nelle Note per l’esecuzione scrisse: «La composizione è solitamente da eseguire senza la lettura della poesia riportata in partitura. A discrezione dell’esecutore o in contesti particolari, come l’iniziativa Poesia chiama musica, promossa dalla SIMC e per la quale il brano è stato composto, l’Intermezzo va eseguito subito dopo la recitazione della poesia». (Sonia BO)
Come un’epidemia
Come un’epidemia sì, come un rotolare
di destino sospeso sull’acqua,
e maree distrutte.
Pietre che corrono all’acqua, attraenti
la voglia di maree, e scendere rollare rotolante
di colline erano state
come un’epidemia di corpi e segni, cenni
che si ripercuotevano gravi.
Dalle cavità disperse sperdute dei timpani,
quel testimoniare volontà di restare fedeli
a se stesse ma nella sottomissione
al male e a volontà avverse – a violazioni,
nelle propaggini più fieramente nascoste.
Di testimone in testimone, di natura
in natura di dissoluzione
in dissoluzione quel destino –
di marmorea fiducia dopo una sfiduciata
morte lenta che tornò
rifatta da giuramenti e da fede
abiurata.
Maria Pia Quintavalla