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(2017) per sassofono baritono e violoncello
Prima esecuzione Como, Associazione Giosuè Carducci, 4 maggio 2018, in occasione della serata in ricordo di Maria Fonticoli Terraneo
Duo Tubi e Corde
Marco Bonetti sassofono
Guiso Boselli violoncello
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Il brano M.T.F. per sassofono baritono e violoncello è stato scritto nel 2017 per il duo Tubi e Corde in memoria della signora Maria Terraneo Fonticoli che profondamente ha segnato la mia esistenza e il mio rapporto con la musica ed è stata un punto di riferimento della cultura musicale della città di Como, avendo ricoperto numerosi ruoli di spicco: docente di pianoforte all’Accademia “M.E. Bossi”, critico musicale del quotidiano “La Provincia”, direttore artistico della stagione musicale dell’Associazione “G. Carducci”, solo per citare alcuni degli ambiti della sua poliedrica attività. La particolarità dell’organico è legata non solo alla richiesta che proprio nel 2017 mi era pervenuta dal Duo Tubi e Corde di scrivere un pezzo per loro, ma tenendo conto del fatto che quegli stessi musicisti, Marco Bonetti, sassofonista e Guido Boselli, violoncellista, erano musicisti ben noti e apprezzati dalla signora e a lei molto affezionati.
Il titolo del brano, che di solito individuo una volta conclusa la composizione, in questo caso mi fu chiaro fin dall’inizio: M.T. F. costituisce infatti la sigla del suo nome che tante volte in questa forma era comparsa a firma delle sue recensioni.
Il pezzo non è stato concepito, così come si potrebbe supporre vista l’occasione commemorativa, come un’elegia, ma come un brano molto vivo, a tratti nervoso e agitato, con contrasti dinamici molto accentuati. Non mancano anche frammenti cantabili, ma spesso interrotti da situazioni graffianti e aggressive. Solo nella parte conclusiva la concitazione si placa e trova un punto di riposo, su di un reiterato suono acuto alternato a rapide figurazioni sempre meno sonore e più gravi. La configurazione del brano, la varietà degli atteggiamenti all’interno del pezzo e la tipologia di interazione tra il sassofono e il violoncello, spesso chiamati a fondersi quasi fossero un unico strumento, vuole richiamare in qualche modo le diverse sfacettature della personalità intensa della signora che, pur nelle sue diversificate attività, riusciva sempre a rimanere se stessa e a lasciare una propria impronta ben riconoscibile.